Frateme

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Napoli, Forcella, un quartiere popolare, una famiglia come tante: padre, madre, figlio maggiore Primo, gemelli Secondo e Seconda.

Intorno a questa famiglia girano altri tre personaggi, lo psicologo di Primo, l'insegnante di inglese di Seconda e l'amico di Secondo: Frateme.

Il padre non sarà mai presente fisicamente durante i tre atti, ma sarà la madre a evocarne la presenza in più situazioni. E' doveroso specificare che i tre atti non avranno uno stacco netto, non ci saranno chiusure di sipario.

Personaggi veraci, popolari, forti e deboli allo stesso momento. Personaggi che risultano realistici e coinvolgenti, passionali nel senso più ampio del termine.

Un testo accattivante, battute e situazioni che si incastrano alla perfezione tra di loro.

Una scenografia spartana, completamente di metallo:  sedie, panchine e letti che si spostano con delle rotelline su dei binari riempendo i momenti di pausa tra una scena e l'altra e creando nello stesso momento il cambio per la scena successiva.

La storia tocca molti temi di carattere sociale e attuale quali: Napoli e il problema dell'immondizia, l'omosessualità (tutti e tre i fratelli sono omosessuali), l'abuso su minori da parte di un genitore, la difficoltà di accettazione della propria omosessualità e il rapportarsi ad un partner, il dover convivere sul rifiuto di persone care nel momento in cui scoprono che non sei eterosessuale.

Lo spettacolo è avvincente, interessante, intrigante. Avrà sicuramente delle pecche, ma nel complesso è del tutto di piacevole visione.

 

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