Melancholia

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Questo film è stato una grande, immensa delusione. Ho deciso di vederlo perché incuriosita dal trailer,  ho optato per la versione in lingua originale. La fotografia e il montaggio del trailer mi facevano pensare ad un film profondo, con una buona direzione della fotografia e con un montaggio pensato, basato su riprese fatte a regola d’arte. I colori saturi di verde, qualche effetto speciale sotto forma di scariche elettriche, le scene al rallenty lasciavano immaginare qualcosa di completamente diverso.

Probabilmente i trenta secondi di promo sono la parte migliore del film, ma in fondo non è così che si fa? Si utilizzano le scene migliori o che possano attirare le persone per pubblicizzare un prodotto scadente.

Wagner, qualche scarica di elettricità,  e una brava Charlotte Gainsbourg non bastano a fare un film.

Il film ha un intro molto bella, praticamente ci sono per lo più le scene del trailer, che ti incanta e ti fa pensare che stai per assistere a qualcosa di bello, di spettacolare. Dopo l’intro, il film suddiviso su Justine e Clire, due sorelle:

- Justine, interpretata da una insipida, e poco convincente Kristen Dunst alla quale è stato anche consegnato il “premio per la migliore interpretazione femminile” al festival di Cannes, non ho ancora ben compreso il perché abbia ricevuto questo riconoscimento. La Dunst non mi piace particolarmente come attrice, secondo trasmette poco al pubblico, in qualche altro film la sua recitazione è accettabile, ma qui, secondo me non si può guardare. Tornando al film, Justine è una sposa e la sua storia parte dal giorno delle nozze. Man mano che si procede con il ricevimento ci si rende conto che la ragazza ha dei problemi psichici e a fine serata manda a monte l’appena celebrato matrimonio. Alexander Skarsgård, che interpreta il neo marito di Justine è veramente bravo nel suo breve ruolo all'interno del film.

- Claire, interpretata magistralmente da   Charlotte Gainsbourg, invece è la sorella sposata e madre di un bambino, che si trova a dover accudire la sorella fuori controllo e depressa. E’ anche profondamente spaventata per l’avvicinamento del pianeta Melancholia alla Terra.

Proprio questo pianeta Melancholia, che da il nome al film, dovrebbe in teoria essere il protagonista della storia, ma la sua presenza è velata per buona parte della storia. Si intravede come un puntino luminoso che man mano diventa sempre più grosso, rivelandosi come una presenza invadente e asfissiante.

Il marito di Claire, John (Kiefer Sutherland), appassionato di astronomia osservare il pianeta con un telescopio, sembra sereno ed incuriosito rispetto a questo evento, mentre la moglie ne è terrorizzata.

Melancholia si avvicinerà alla Terra e la supererà senza colpirla. Tutti tireranno un sospiro di sollievo vedendolo allontanarsi. Ma il sollievo durerà poco, il pianeta farà marcia indietro generando strani eventi atmosferici, campi magnetici alterati, aria rarefatta, non c’è più energia elettrica e i terresti non possono fare altro che attendere il momento dell’impatto tenendosi per mano. 

La Terra sarà distrutta da Melancholia.

Ho visto il film a tratti, perchè superata la parte introduttiva, tutto il capitolo dedicato a Justine da la nausea a causa di come sono state girate le scene. 

Se il regista voleva far vomitare lo spettatore con le riprese a spalla tremendamente mosse da sembrare di essere su una nave con il mare in tempesta è riuscito nel suo intento. 

La fotografia è poco curata, a parte qualche scena. Molte scene sono tanto scure da doversi sforzare per guardarle.

La storia è noiosa, lenta, ma non quella lentezza che ti fa apprezzare i particolari o tipica del cinema orientale, ma è una lentezza che ti fa venire voglia di smettere di guardare il film.

Son andata fino in fondo solo perché leggendo commenti e recensioni, molti parlavano di questo film come un capolavoro.

Se dovessi dargli un voto da 1 a 10 il mio sarebbe intorno al 3.5 – 4, ma giusto per il trailer.

Il film non m’ha lasciato niente, neanche l’angoscia per la distruzione del nostro pianeta. So che molti non saranno d’accordo con questa mia opinione, ma che vi devo dire: de gustibus.

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