Super

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Visto su suggerimento di un amico, Super è un film che mi ha lasciata profondamente perplessa. La storia non mi ha convinta, come non mi hanno convinta i personaggi, manca qualcosa, qualcosa che non riesco a definire. 

Super è un insieme di generi: commedia, grottesco, drammatico, splatter; non si riesce a comprendere qual è la direzione che realmente il regista voglia prendere, con il solo risultato che il film non è ne carne ne pesce.

Gli attori sono bravi, ci sono delle scelte stilistiche che mi sono piaciute, ma quel senso di incompletezza è persistente dall’inizio alla fine.

I personaggi sono per lo più dei perdenti fino al midollo, di quelli senza alcuna prospettiva, che vivono la loro vita giorno per giorno in maniera piatta e noiosa.

I due “supereroi”  sono inquietanti, pericolosi e squilibrati, non solo per se stessi, ma anche per chi gli sta intorno. Sono il ritratto di quelle persone che subiscono per una vita intera, camminano a testa bassa, e all’improvviso fanno tilt, come se impazzissero e diventassero in concomitanza di un evento drammatico delle mine vaganti.

E’ questo che succede a Frank, cuoco in una tavola calda e Libby, commessa di una fumetteria. 

Frank imbestialito per essere stato mollato dalla moglie, ex tossicodipendente che va via con uno spacciatore, e Libby che da sfogo a tutte le sue pulsioni represse assecondando Frank nella sua follia di salvare la moglie dal cattivo di turno.

Ne esce fuori un concetto di giustizia ‘fai da te’ veramente ai limiti del normale raziocinio.
Verso la fine non mancheranno una buona dose di violenza e un discreto numero di scene splatter.

La chiusura della storia è  molto triste, la solitudine che ne deriva è veramente disarmante.

 

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